9 giorni di trekking sul Circuito dell’Annapurna

– info generali –

L’Annapurna Circuit è considerato uno dei trekking più belli del mondo… e allora bisogna andare a scoprirlo! Io e Davide siamo partiti da Malpensa a fine novembre 2016, lui bello tranquillo, sicuramente sottovalutando l’avventura che ci aspettava, io un pò preoccupata, perchè immaginavo che sicuramente sarebbe stato un trekking tosto, soprattutto per due persone non troppo allenate come noi.

In questa pagina troverete alcune informazioni generali per affrontare il Circuito, in quella successiva, una descrizione del circuito stesso, con le varie tappe del nostro trekking, giorno per giorno. 

 

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 Finalmente entriamo nell’area dell’Annapurna! Che bella emozione!

 

Informazioni generali per la partenza

Il trekking si svolge all’interno dell’ACA, Annapurna Conservation Area, l’area protetta più grande del Nepal. Per poter entrare in questa zona e realizzare un trekking è necessario ottenere due permessi andando al Nepal Turism Board in Kathmandu e pagando in tutto 4000 rupie a testa, 2000 per il TIMS (Trekkers’ Information Management Systems), 2000 per l’ACAP. I permessi rilasciati saranno controllati periodicamente durante il percorso.

 

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 Il mio permesso per il trekking.

 

Il Circuito, la cui lunghezza originale è di circa 320 km, si sviluppa intorno al massiccio dell’Annapurna fino a raggiungere uno dei passi di trekking più alti al mondo, il Thorong La, a 5416 m slm. Il paesaggio che si attraversa cambia gradualmente man mano che la quota sale. Percorrendolo in senso antiorario si fiancheggiano prima campi di riso, per poi raggiungere strette vallate e verdi foreste di pini che ricordano molto le nostre Alpi. Si attraversano piccoli villaggi, boschi e radure, passando spesso da un lato all’altro delle valli grazie a numerosi ponti sospesi. Salendo ancora, la vegetazione si fa sempre più scarna e in prossimità del passo sembra addirittura di camminare sulla luna.

 

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Davide si riposa un pò, prima di affrontare la ripida scalinata che lo aspetta.

 

Il percorso effettuato in senso antiorario, ossia partendo da Besisahar, è quello consigliato, poichè si raggiungono quote sempre maggiori in modo graduale, aspetto importantissimo per un buon acclimatamento. La quota finale che si raggiunge è infatti molto alta e se non si affronta il trekking nel modo giusto, le conseguenze sul corpo potrebbero essere molto gravi. Un fisico allenato non basta, anzi, questo aspetto è ininfluente ai fini dell’acclimantamento. Man mano che si sale, diminuisce la pressione atmosferica e quindi anche la quantità di ossigeno a parità di volume rispetto a quote più basse, per cui è necessario respirare in modo più veloce e profondo ed i processi interni di ossigenazione del sangue devono adattarsi di conseguenza.

Senza addentrarmi in questioni mediche, voglio solo sottolineare che una cattivo acclimatamento può portare a mal di montagna (AMS o acute mountaing sickness), condizione patologica che si può riconoscere grazie a sintomi come cefalee, nausee, vomito, fatica, vertigini, insonnia, irritabilità. Quando si accusano questi sintomi è bene fermarsi fino al giorno dopo, se sono forti bisogna scendere di quota e attendere uno o più giorni prima di proseguire. Sintomi più seri sono l’edema polmonare (HAPE) e l’edema cerebrale (HACE). In questi casi il trekking va interrotto e bisogna subito scendere di quota. Per un buon acclimatamento bisognerebbe dormire a non più di 300-500 metri rispetto alla quota della notte precedente, specie sopra i 3000 metri, inoltre sarebbe buona norma dormire a una quota più bassa rispetto a quelle in cui si è camminato durante il giorno. Altro aspetto importante è ricordarsi di bere spesso.

 

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 Alcuni trekkers che ci precedono… qui siamo ad oltre 5000 metri, si procede molto molto lentamente.

 

Quando andare. L’autunno – da metà ottobre a metà dicembre – è la stagione in cui il Circuito è più frequentato. Non è raccomandato partire prima della metà di ottobre, perchè potrebbe piovere per via dei monsoni. In questo periodo invece il clima è mite, il cielo è generalmente sgombro di nubi, i campi sono verdi, e i sentieri e villaggi sono abbastanza popolati. Da metà novembre a metà dicembre la temperatura scende, specie di notte, ma l’intero percorso è più tranquillo, il clima è secco e di conseguenza i paesaggi sono ancora più spettacolari, con le vette che si stagliano sull’azzurro nitidissimo del cielo.

In inverno fino alla fine di febbraio le temperature scendono ulteriormente ed è frequente trovare neve, cosa che rallenta il trekking, obbligando a soste forzate. In primavera, da marzo a giugno, il trekking può essere molto bello, la vegetazione si risveglia, i rododendri sono in fiore. Di mattina in genere fa bello, di pomeriggio invece arrivano nebbie e piogge. Infine d’estate, da giugno a settembre, periodo di monsoni, può piovere frequentemente, anche se non è detto. Sicuramente bisogna prestare maggiore attenzione a slittamenti di terreno, e a livello di panorama non è il massimo, poichè le vette sono coperte da una coltre di nubi, ma non per questo l’estate è considerata una brutta stagione. La vegetazione è infatti rigogliosa e si possono vedere fiori bellissimi e molte farfalle colorate.

 

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Questa meraviglia di cielo blu ci ha accompagnati per tutto il trekking, erano i primi di dicembre.

 

E’ possibile realizzare il percorso sia con l’aiuto di una guida, sia da soli. I sentieri sono ben segnalati ed è praticamente impossibile perdersi, a meno di non trovarsi in una bufera. Detto questo, anche se il Circuito può sembrare facile in caso di condizioni meteo favorevoli, ricordiamo che si tratta di montagna, anzi, di alta montagna, e tutto può cambiare in modo anche molto repentino, per cui il trekking non va sottovalutato. Tanto per citare un esempio, a metà ottobre del 2014 l’area del Circuito è stata colpita da una violenta e inaspettata bufera di neve che ha creato valanghe, bloccato sentieri e causato circa 40 morti! Questo evento è stato sicuramente un’eccezione, che conferma però la necessità di partire preparati ad ogni evenienza.

E ora passiamo allo zaino. Che a portarlo siate voi stessi, o che sia un portatore, il peso ideale non dovrebbe superare i 10 kg. Il nostro pesava sicuramente di più, in certi momenti avremmo davvero voluto lanciarlo da un dirupo, ma abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti! Lasciate tutto ciò che è superfluo in hotel a Kathmandu, evitate di trascinarvi dietro pesi inutili.

 

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Portatori che accompagnano un gruppo di trekkers.

 

Sempre a Kathmandu, nel quartiere Thamel, potete comprare e/o affittare ciò che vi manca in termini di attrezzatura e abbigliamento, la maggioranza dei prodotti sono contraffatti, ma sono comunque validi per il trekking. Ecco i miei consigli su cosa portare con sè:

  • abbigliamento: scarponcini da trekking e infradito/ciabatte. Gli scarponcini devo essere alti… si cammina per ore ogni giorno con un bel peso sulla schiena, per cui, anche ipotizzando il migliore dei sentieri, è bene proteggere le caviglie da un’eventuale storta. E’ bene inoltre che non siano del tutto nuovi, vanno testati prima per qualche ora almeno un paio di volte. 2/3 paia di calze tecniche. Un pantalone leggero, magari di quelli divisibili. Un pantalone tecnico più pesante. Una calzamaglia… magari non la userete di giorno, ma la sera potrebbe diventare molto utile. Un paio di maglie tecniche 1°strato, un pile sottile e uno un po più spesso. 2/3 t-shirt. Guanti, buff di cotone e di pile, berretto. Per quanto riguarda la giacca io consiglio un piumino pesante, di quelli che si arrotolano e diventano piccoli, e un guscio antivento. Occhiali da sole.

 

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Sarà più pesante lo zaino di Davide o il carico della nepalese??

 

  • Attrezzatura varia: lampada frontale più una pila di riserva, orologio, cellulare e fotocamera più caricatore, power station per ricaricare il cellulare là dove non c’è elettricità. Suggerisco di portare un caricatore multi usb e più cavi usb visto che nelle camere dei lodge troverete in genere una sola presa di corrente (e a volte neanche quella). Una cartina in scala 1:100.000 e guida, le potete comprare in Kathmandu in libreria. Sacco a pelo…se non vi basta a scaldarvi nei lodge di solito c’è una coperta abbastanza pesante e se necessario è possibile prenderne una aggiuntiva a pagamento, oppure una borsa dell’acqua calda. Borraccia o camel bag. Io consiglio anche una borraccia termica, di quelle con il bicchiere integrato nel tappo. Noi le riempivamo ogni giorno con the caldo fatto con miele e zenzero, durante la giornata era un toccasana durante le nostre soste. Bastonicini da trekking, se siete abituati ad usarli… io li ho comprati sul sentiero e li ho persi quasi subito, non essendo abituata ad utilizzarli mi sono sembrati praticamente inutili. Comunque potete comprarli sul percorso, anche spaiati. Ghette e ramponi, se è inverno ed incontrerete neve.
  • Altro: asciugamano, carta igienica, salviette umidificate (w le salviette!!! anche perchè mettete in conto di non lavarvi per qualche giorno quando sarete in alta quota!). Noi abbiamo portato anche un piccolo phon. Coltellino multiuso. Cerotti compeed per vesciche. Se siete particolarmente freddolosi come me, consiglio anche scaldapiedi e scaldamani, ossia quelle bustine che si scaldano agitandole. Le vendono da Decathlon… Ne ho regalate parecchie durante il mio trekking, anche perchè di sera fa freddo e non ci sarà nessun termosifone a scaldarvi, solo qualche stufa a legna che viene tenuta accesa giusto il tempo della cena, raramente per tempi più lunghi.

 

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Scordate i bagni a cui siete abituati e viaggiate con la carta igienica sempre con voi! 😀 😀

 

  • Medicinali (vedi la sezione apposita in questa pagina).
  • Viveri: frutta secca, cioccolata, biscotti, bustine di the, bustine di zucchero. Non caricatevi troppo, tanto si trova tutto nei negozietti lungo il trekking, a parte certi tipi di frutta secca, come i fichi, buonissimi, che abbiamo trovato solo a Kathmandu.

 

Dormire e mangiare. Su tutto il percorso è garantita la presenza di lodge, strutture a conduzione familiare in cui si può sia dormire che mangiare. Le camere messe a disposizione per gli escursionisti sono in genere accessoriate solamente con un paio di letti singoli con cuscino, a volte c’è anche un tavolino. I letti non hanno lenzuola, bisogna dormire nel proprio sacco a pelo, di norma però c’è anche una spessa coperta di pile. Se questa non bastasse si può richiedere a pagamento una coperta in più oppure una borsa dell’acqua calda.  Nelle stanze di solito c’è una sola presa di corrente. Il costo della stanza è irrisorio, a volte è compreso nel prezzo di colazione e cena.

 

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Tipica cameretta di un lodge, con inclusi spifferi gelati provenienti dalla finestra.

 

Fino a Manang, e poi di nuovo da Muktinath in poi, è ormai facile trovare lodge con wifi, magari non potentissimo, ma funzionante. Nelle circostanze del trekking però le esigenze cambiano e più che un wifi, il criterio di selezione di un lodge risponde a questa domanda “Avete doccia con acqua calda? Siete sicuri? Ma proprio sicuri sicuri?”. Io sono arrivata anche a chiedere di toccare con mano la loro acqua calda, perchè spesso la risposta è si, poi in realtà l’acqua calda non c’è, e di fare una doccia fredda a quelle temperature proprio non se ne parla! A tal proposito, è consigliato partire col trekking sempre presto al mattino, proprio per arrivare al lodge successivo ancora con la luce del sole, questo perchè appena dopo il tramonto le temperature calano bruscamente e fare la doccia diventa un problema. Inoltre molti lodge hanno un sistema di riscaldamento dell’acqua che è una sorta di pannello solare, il più delle volte poco efficiente. Meglio scegliere strutture con scalda-acqua elettrico.

Tutti i lodge hanno più o meno lo stesso menu. Si va dal porridge alle uova bollite, fritte, strapazzate o in omelette, con verdure o con formaggio. Dalle zuppe al riso. Dai noodles alla pasta. Spesso non mancano spring rolls, piatti a base di patate, samosa e perfino la pizza. Il pane è molto buono e fatto sul momento. Altra specialità locale è la torta di mele, se ci si vuole coccolare un po :-).

Continua a leggere… tutto il nostro trekking, giorno per giorno…      

 

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Un pensiero su “

  1. Ciao,
    complimenti per la scelta. Io sto programmando lo stesso trekking, ABC, tra dicembre e gennaio, devo dire che sono emozionato.
    Avevo letto che l’accesso al parco per il trekking è possibile solo con guida, voi lo avete fatto circa un anno fa, vi siete appoggiati ad una guida o il solo tesserino è sufficiente per accedervi?
    grazie infinite
    Davide

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